Avvocato penalista - E' Ingiuria, Art. 594 c. p., dire al proprio capo "lei non capisce un...", poiché espressione di significato obiettivamente ingiurioso.
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"" Dire al proprio capo “lei non capisce un C…. ” potrebbe costituire reato
Dire al proprio capo “lei non capisce un C…. ” potrebbe costituire reato
Corte di Cassazione – Sentenza n. 234/2013
Il caso trattato dalla Suprema Corte di Cassazione riguarda un dipendente che rischia una condanna per ingiuria per essersi rivolto al proprio capo dicendo “… lei non capisce un C….”
Gli ermellini della quinta sezione penale hanno esaminato la questione annullando con rinvio la sentenza di assoluzione pronunciata dal Giudice di Pace di Frosinone che non aveva emesso una condanna basandosi sul presupposto che l’espressione utilizzata dal lavoratore è ormai “entrata nel gergo comune”, e la frase comunque era stata pronunciata nel corso di una discussione con lo scopo di “comunicare in modo efficace il proprio dissenso” nei confronti del datore di lavoro.
Il procuratore capo di Frosinone ha proposto ricorso per Cassazione proprio perchè la frase incriminata, pronunciata “collocata nell’ambito di una discussione” assume un “significato ingiurioso” quale “volgare affermazione di incompetenza” del datore di lavoro.
La sentenza n. 234/13 ha accolto il suddetto ricorso osservando che al di la’ della questione sull’attuale appartenenza o meno al parlare comune del termine volgare riportato nell’espressione contestata, e’ invero l’espressione stessa, letta complessivamente e nel contesto in cui veniva pronunciata, ad assumere carattere ingiurioso laddove vi veniva rimarcata con particolare asprezza di tono, e nel corso di una discussione di lavoro, l’incompetenza della persona offesa nella materia oggetto di discussione”.
Per i Giudici di Piazza Cavour l’atteggiamento del lavoratore “esorbitava pertanto dalla mera manifestazione di un contrasto di opinioni fra l’imputato e la parte offesa, presentandosi viceversa quale offesa all’onore professionale di quest’ultima in quanto tale” e, pertanto, basandosi su queste considerazioni il giudice di pace dovra’ riesaminare il caso. ""
Fonte sentenze-cassazione.com, qui:
http://www.sentenze-cassazione.com/dire-al-proprio-capo-lei-non-capisce-un-c-potrebbe-costituire-reato/
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"" Dire al proprio capo “lei non capisce un C…. ” potrebbe costituire reato
Dire al proprio capo “lei non capisce un C…. ” potrebbe costituire reato
Corte di Cassazione – Sentenza n. 234/2013
Il caso trattato dalla Suprema Corte di Cassazione riguarda un dipendente che rischia una condanna per ingiuria per essersi rivolto al proprio capo dicendo “… lei non capisce un C….”
Gli ermellini della quinta sezione penale hanno esaminato la questione annullando con rinvio la sentenza di assoluzione pronunciata dal Giudice di Pace di Frosinone che non aveva emesso una condanna basandosi sul presupposto che l’espressione utilizzata dal lavoratore è ormai “entrata nel gergo comune”, e la frase comunque era stata pronunciata nel corso di una discussione con lo scopo di “comunicare in modo efficace il proprio dissenso” nei confronti del datore di lavoro.
Il procuratore capo di Frosinone ha proposto ricorso per Cassazione proprio perchè la frase incriminata, pronunciata “collocata nell’ambito di una discussione” assume un “significato ingiurioso” quale “volgare affermazione di incompetenza” del datore di lavoro.
La sentenza n. 234/13 ha accolto il suddetto ricorso osservando che al di la’ della questione sull’attuale appartenenza o meno al parlare comune del termine volgare riportato nell’espressione contestata, e’ invero l’espressione stessa, letta complessivamente e nel contesto in cui veniva pronunciata, ad assumere carattere ingiurioso laddove vi veniva rimarcata con particolare asprezza di tono, e nel corso di una discussione di lavoro, l’incompetenza della persona offesa nella materia oggetto di discussione”.
Per i Giudici di Piazza Cavour l’atteggiamento del lavoratore “esorbitava pertanto dalla mera manifestazione di un contrasto di opinioni fra l’imputato e la parte offesa, presentandosi viceversa quale offesa all’onore professionale di quest’ultima in quanto tale” e, pertanto, basandosi su queste considerazioni il giudice di pace dovra’ riesaminare il caso. ""
Fonte sentenze-cassazione.com, qui:
http://www.sentenze-cassazione.com/dire-al-proprio-capo-lei-non-capisce-un-c-potrebbe-costituire-reato/
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