Avvocato penalista - Il giudice che fonda la colpevolezza dell’imputato sulla base di una prova dichiarativa deve spiegarne l’attendibilità, a pena di annullamento della sentenza.
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Avvocato penalista - Il giudice che fonda la colpevolezza dell’imputato sulla base di una prova dichiarativa deve spiegarne l’attendibilità, a pena di annullamento della sentenza. |
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"" Colpevolezza imputato e attendibilità della prova dichiarativa
Colpevolezza imputato e attendibilità della prova dichiarativa
Corte di Cassazione VI Sezione Penale
Sentenza 12 giugno – 30 ottobre 2014, n. 45061
Presidente Garribba – Relatore Leo
Sentenza 12 giugno – 30 ottobre 2014, n. 45061
Presidente Garribba – Relatore Leo
La Cassazione, con la sentenza che di seguito si riporta, trattando un caso di concussione, ne ha approfittato per chiarire alcuni aspetti riguardanti le prove assunte nel processo penale.
In particolare, la Cassazione si è soffermata nel ribadire un importante principio di diritto secondo il quale il giudice che fonda la colpevolezza dell’imputato sulla base di una prova dichiarativa deve, a pena di annullamento della sentenza, spiegarne l’attendibilità.
Si legge in sentenza “sono obiettivamente peculiari i “doveri” di argomentazione che gravano sul giudice d’appello quando lo stesso decide di ribaltare un deliberato di assoluzione: “non basta, in mancanza di elementi sopravvenuti, una mera e diversa valutazione del materiale probatorio già acquisito in primo grado ed ivi ritenuto inidoneo a giustificare una pronuncia di colpevolezza, che sia caratterizzata da pari o addirittura minore plausibilità rispetto a quella operata dal primo giudice, occorrendo, invece, una forza persuasiva superiore, tale da far venir meno ogni ragionevole dubbio“
La regola assume connotazione particolare quando la “rivisitazione” concerna una prova dichiarativa, e risulta determinante, nell’economia delle decisioni di assoluzione e di condanna, il giudizio sulla idoneità dimostrativa della medesima a sorreggere l’enunciato accusatorio.
Continuano i giudici affermando che “l’eventuale incompletezza del ragionamento assolutorio, e perfino la scarsa sua persuasività, non legittimano una successiva decisione di condanna a meno che la stessa non ricostruisca in piena autonomia, con motivazione di particolare completezza ed incisività, i fatti rilevanti della causa.
L’atteggiamento assunto dalla Corte territoriale ha implicato che fossero lasciate senza apprezzamento le considerazioni critiche della difesa, più o meno attendibili, ma certo pertinenti, riguardo alla prova risultata decisiva per l’accusa“. ""
Fonte sentenze-cassazione.com, qui:
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