http://www.avvocato-penalista-cirolla.blogspot.com/google4dd38cced8fb75ed.html Avvocato penalista ...: La riforma della giustizia, di cui necessita la Giustizia Italiana, anche in materia penale, non è quella proposta dal Governo.

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venerdì 20 maggio 2011

La riforma della giustizia, di cui necessita la Giustizia Italiana, anche in materia penale, non è quella proposta dal Governo.

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Alcune osservazioni di ordine generale.

La riforma della giustizia, come ogni altra iniziativa legislativa adottata dal Parlamento Italiano nel tempo a noi più prossimo, ha una connotazione tutta sua propria e squisitamente nostrana.
 Da molti anni in qua, nel nostro Paese, gli interventi normativi vengono effettuati più sulla spinta delle contingenze, che non per l'esigenza di dare una seria sistemata agli ambiti che non vanno come dovrebbero (o che non vanno proprio) od ai settori che, per le nuove esigenze connesse ai progressi od alle nuove esigenze sociali, necessitano di avere una adeguata disciplina normativa; più che ispirate od imposte da una visione e, non da meno, da una pre-visione oculata, intelligente e saggia del futuro e delle sue esigenze di regolamentazione, le leggi del nostro tempo sembrano (e, per molti aspetti, sono) solo il risultato del bisogno di dover correre presto ai ripari, con l'effetto che la fretta si ripercuote sulla bontà dei contenuti.
 
Una nuova "tecnica legislativa", molto in uso ai giorni nostri, conferma quanto qui viene asserito e denota ulteriormente con quanta cura e con quale cuore si lavora per gli italiani: in un solo testo di legge (che, generalmente, assume la forma del decreto legislativo), suddiviso in vari articoli, si trattano e si regolamentano materie ed ambiti diversi e distinti, ai quali la legge moderna dedica uno o pochi articoli ed, a volte, uno o pochi commi del medesimo articolo, rimettendo ai destinatari le fatiche di andarsi a trovare da sè ciò che gli serve.
 
Si sceglie un nome, perchè bisogna pur dergliene uno (decreto mille fiori; decreto mille frutti; decreto mille certezze, ecc.) e ci si mette dentro di tutto, come se fosse "un'insalata mista".
E' evidente: i nostri legislatori hanno fretta, vanno di fretta e devono fare in fretta, perchè fare le leggi è impegnativo e toglie del tempo prezioso da dover dedicare ad altre faccende; dunque, non avendo molto tempo da dedicare distintamente ai vari ambiti suscettivi di regolamentazione, li si raggruppa e, con una sola legge, li si rende tutti normati, felici e contenti.
 
La ragione d'essere essenziale e finale di un corpo politico e di un'assemblea legislativa, entro cui il primo unicamente si può e si deve esplicare, consiste proprio nella sua funzione, alla quale è intrinseca ed inscindibile, ed è data dal fatto che il suo compito (ossia la sua funzione) si identifica col dovere di attenzione verso la società civile (dal latino civis = cittadino), cioè verso tutti noi, e verso le sue necessità di regolamentazione connesse al vivere in comune, auspicabilmente senza conflitti od ingiustizie sociali, senza prevaricazioni o furberie, senza privilegi od oligarchie, ecc., ma cercando di creare le condizioni perchè chiunque abbia la dignità di persona e di cittadino italiano, anche se non fortunato o non accriccato.
 
Diversamente ed a ragion veduta, si denota di avere una mentalità parziale e limitata, direttamente proporzionale e proporzionata alla visione che si da a vedere di avere della società civile, dei suoi problemi e delle sue esigenze, con la conseguenza che questo modo di essere inevitabilmente si riflette sull'azione politica e sulle scelte, anche di natura legislativa.
  
Gli effetti li conosciamo tutti e non mi sembra proprio il caso di ricordarli né a me, né a tutti noi, poichè li vediamo e ne subiamo le deleterie conseguenze tutti i giorni dell'anno.
 
Chi è o si sente così fortunato da essere in una condizione di privilegio o di accriccamento che gli consente di fare una vita senza alcun problema - beato lui, se davvero è così - la faccia e la viva pure, atteso che agli altri potrebbe anche non interessare gran che della sua vita, di come la svolge, di come la impiega, di come la usa, di come la vive o di come la spreca.
 
Per gli altri la sua vita assume una certa rilevanza solo nella misura in cui in certe esposizioni politico-mediatiche (per esempio, attraverso la televisione di Stato), ci si presenta come i risolutori delle problematiche sociali e si asserisce che si è aumentata la pensione degli anziani di 40,00 Euro al mese, perchè questa è un'affermazione che offende tanto l'intelligenza, quanto la dignità di tutti gli altri, i quali, qualche volta, ci vanno pure loro al bar od a fare la spesa e, dunque, sanno bene che (sempre per esempio) 40,00 Euro, non al mese, ma al giorno, molti di quegli stessi signori, che dicono di aver risolto certi problemi agli anziani, li spendono per comprare quel pacco di quotidiani che gli vediamo sempre sotto il braccio, (che non leggono mai, ma che amano farseli vedere), o per pagare i caffè, i cappuccini o le colazioni loro personali e dei vari portaborse, che solitamente stanno al loro seguito, e, con quella stessa somma, un povero anziano dovrebbe aver risolto tutti i suoi problemi per un mese, mentre è noto a tutti che se compra 1 Kg. di mele, non può comprare 1 Kg. di pere.

l senso che si ha della giustizia sociale non può che essere in tutto e per tutto sintonico col senso che si ha della giustizia in genere e della giustizia giudiziaria, per quanto qui interessa.
 
Fin da piccolo, nella mia mente e secondo la mia personale concezione idealistica della vita, che, come tutti a quell'età, identificavo con la realtà, ho sempre paragonato, associandoli, l'uomo politico al giudice e, secondo questa mia visione, vedevo il primo come il dirimatore delle contese sociali ed il secondo come il dirimatore delle contese giudiziarie.
 
La penso ancora così anche ora, ma con una lieve modifica d'opinione su entrambi: non è più la categoria a far stato; oggi considero e stimo solo il buon politico ed il buon giudice!
 
I fatti e l'esperienza di ogni giorno mi confermano che è così davvero: le qualità necessarie od essenziali ad entrambi non si acquisiscono, ma si posseggono da sempre e per talento.
 
Per la mia modesta, ma onesta opinione, tanto nell'uno, quanto nell'altro ambito di attività e, dunque, di incidenza sociale, il problema non è di simpatia o di antipatia, di corporazioni o di schieramenti, di qua o di là, ecc.; il problema è alquanto diverso, oggettivo e tangibile ed involge esclusivamente sia la cultura della politica, sia la cultura della giurisdizione.
 
Per me, non è in discussione né la magistratura, né la politica; ma sono alquanto discutibili e da frenare un certo modo di fare il giudice ed un altro certo modo di occuparsi di politica.
 
Perchè certi modi di svolgere le rispettive e distinte funzioni e certi altri modi di confliggere di e tra poteri dello Stato moderno, che pretendono di avere l'uno la meglio sull'altro, nella sciocca convinzione di essere ognuno nel vero e nel giusto, e che tanto per la concezione sottacentesi alla moderna divisione dei poteri dello Stato, quanto, e non da meno, per la nostra legge fondamentale, che i Padri ci hanno donato, sono e devono essere separati, distinti ed ininterferenti, denotano soltanto che non si è capito nulla della storia, dei ruoli e della realtà.
 
Che il nostro ordinamento giuridico contenga una grossa lacuna normativa quasi da sempre lo hanno compreso in pochi; come pochi hanno la consapevolezza che, alcuni anni orsono, sempre sulla spinta di certe emergenze, qualche "intelligentone" ha pensato bene di aprire una nuova e grossa falla ordinamentale, col pretesto delle esigenze di giustizia e di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, ma con l'intento vero di contribuire così a distruggere per via giudiziaria gli avversari politici che non è mai riuscito a sconfiggere per via elettorale.
 
Questi gravi errori del passato remoto e prossimo non possono costituire la comoda e poco leale via perchè i poteri dello Stato confliggano o debordino l'uno negli ambiti dell'altro.
 
Non è giusto, non è onesto e non è questa la via per risolvere i gravi problemi che abbiamo e che pagano sempre i più deboli di e tra noi; ma, infine, e certo non da meno, ma, anzi, da più, non è questo il modo migliore e più degno di rendere onore a chi ci ha preceduto e che ha dato la sua vita per consegnarci un mondo migliore di quello toccato a lui in cui vivere.
 
In ogni millimetro quadrato del suolo d'Italia che calpestiamo quotidianamente ci sono impregnate per sempre le gocce del sudore e del sangue dei nostri Padri e, se solo avessimo un briciolo di quella sensibilità che pare che ci manchi, dovremmo semplicemente tremare al solo pensiero di fare qualcosa che non sia in sintonia coi loro immani ed impagabili sacrifici.
 
Tanto nelle aule in cui si confezionano le leggi, quanto nelle camere in cui si confezionano le sentenze, se davvero tenessimo nella dovuta considerazione la delicatezza, l'importanza ed i riflessi delle funzioni che ivi si devono svolgere e se davvero ci ricordassimo in ogni momento di chi ci ha regalato ciò che abbiamo, senza avere fatto nulla per guadagnarcelo o per meritarcelo, la prima cosa che faremmo, oltre a far il nostro dovere come dovremmo, toglieremmo gli orologi e bandiremmo tutte le nostre inutili frette da ognuna di quelle stanze.
      
Invece e purtroppo non è così ed un certo moderno modo di essere e di fare il legislatore-politico, da una parte, sedicente democratico, liberale, libertario, civile ed evoluto; ed una certa parte della magistratura, pure essa sedicente moderna, autonoma, indipendente, ecc.,  continuano a confliggere tra loro ed a far parlare la gente di loro e dei loro gravi contrasti.
 
In questo clima sociale e su tali presupposti storico-istituzionali, nasce la legge sulla riforma della giustizia, anche penale, della quale ci occuperemo, punto per punto, negli interventi all'uopo previsti e distintamente programmati, e che non può lasciare nell'indifferenza intelletuale od etica un "avvocato penalista" o l'uomo che l'impersona, né "tutti coloro che hanno il senso della storia, della politica e della giustizia nel sangue" ...

La riforma della giustizia, di cui necessita la Giustizia Italiana, anche in materia penale, non è quella proposta dal Governo.
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