http://www.avvocato-penalista-cirolla.blogspot.com/google4dd38cced8fb75ed.html Avvocato penalista ...: luglio 2014

Informazioni Professionali Specifiche.

- Avvocato abilitato al Patrocinio presso la Corte Suprema di Cassazione e presso le altre Giurisdizioni Superiori - Avvocato Specialista in Diritto Penale ed in Procedura Penale - Avvocato Penalista - Avvocato Processualpenalista - Avvocato Specializzato in Indagini Difensive - Avvocato Specializzato in Tecniche Investigative Avanzate - Avvocato Specializzato in Legislazione e Programmazione della Sicurezza - Avvocato Specializzato nello studio e nella elaborazione dei modelli organizzativi per la prevenzione dei reati, al fine dell'esclusione della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, di cui al D. Lgs. 231/2001 ed al più recente Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (T.U.S.L.), di cui al D. Lgs. 81/08, come integrato e corretto dal D. Lgs. 106/09 - Avvocato Specializzato nelle Revisioni dei Giudizi Penali - Avvocato Ordinario per le Attività di Assistenza, Consulenza, Difesa e Rappresentanza legali, in materia Amministrativa, Civile, Penale e Tributaria -
Chiunque non sia nelle condizioni economiche di poter pagare da se i compensi professionali dovuti per una efficace ed utile difesa in materia penale, può beneficiare del Gratuito Patrocinio o Patrocinio a spese dello Stato e ciò significa che lo Stato si accolla gli oneri economici necessari per la difesa delle persone non o poco abbienti. L'Avv. Cirolla, come i validissimi colleghi e collaboratori scientifici esterni che lo coadiuvano nella sua attività, sono accreditati al Gratuito Patrocinio o Patrocinio a spese dello Stato, con validità estesa sull'intero territorio nazionale e davanti a tutte le autorità giudiziarie italiane. Cliccate sulla foto che si trova nel sesto riquadro a scendere della colonna di destra di questa pagina web per leggere e vedere da voi quali sono le condizioni di fatto e di legge per essere ammessi a tale beneficio.
L'assistenza, la consulenza ed i consigli legali preliminari richiestici dagli aspiranti nuovi assistiti, difesi o rappresentati verranno dati soltanto a coloro che si atterranno a quanto previsto nell'undicesimo riquadro a scendere, che si può visualizzare nella colonna di destra della home page del sito ed intitolato: AVVERTENZA PER LE PERSONE FISICHE O GIURIDICHE CHE CONTATTANO PER LA PRIMA VOLTA QUESTO SITO WEB.

giovedì 31 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Ricorso per cassazione avverso le misure cautelari reali ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 325 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista -  Il Ricorso per cassazione avverso le misure cautelari reali ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 325 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista -  Il Ricorso per cassazione avverso le misure cautelari reali ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 325 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 325 del Codice di Procedura Penale, intitolato al Ricorso per cassazione, prevede e stabilisce che: 
 
1. Contro le ordinanze emesse a norma degli articoli 322 bis e 324, il pubblico ministero, l'imputato e il suo difensore, la persona alla quale le cose sono state sequestrate e quella che avrebbe diritto alla loro restituzione possono proporre ricorso per cassazione per violazione di legge.
 
2. Entro il termine previsto dall'articolo 324 comma 1, contro il decreto di sequestro emesso dal giudice può essere proposto direttamente ricorso per cassazione. La proposizione del ricorso rende inammissibile la richiesta di riesame.
 
3. Si applicano le disposizioni dell'articolo 311 commi 3 e 4.

4. Il ricorso non sospende l'esecuzione della ordinanza.
____________________________________
 
Avvocato penalista -  Il Ricorso per cassazione avverso le misure cautelari reali ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 325 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

mercoledì 30 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Riesame o Procedimento di riesame ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 324 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Il Riesame o Procedimento di riesame ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 324 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Riesame o Procedimento di riesame ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 324 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 324 del Codice di Procedura Penale, intitolato al Procedimento di riesame, prevede e stabilisce che:
 
1. La richiesta di riesame è presentata, nella cancelleria del tribunale indicato nel comma 5, entro dieci giorni dalla data di esecuzione del provvedimento che ha disposto il sequestro o dalla diversa data in cui l'interessato ha avuto conoscenza dell'avvenuto sequestro.
 
2. La richiesta è presentata con le forme previste dall'articolo 582.
 
 Se la richiesta è proposta dall'imputato non detenuto né internato, questi, ove non abbia già dichiarato o eletto domicilio o non si sia proceduto a norma dell'articolo 161 comma 2, deve indicare il domicilio presso il quale intende ricevere l'avviso previsto dal comma 6; in mancanza, l'avviso è notificato mediante consegna al difensore. Se la richiesta è proposta da un'altra persona e questa abbia omesso di dichiarare il proprio domicilio, l'avviso è notificato mediante deposito in cancelleria.
 
3. La cancelleria dà immediato avviso all'autorità giudiziaria procedente che, entro il giorno successivo, trasmette al tribunale gli atti su cui si fonda il provvedimento oggetto del riesame.
 
4. Con la richiesta di riesame possono essere enunciati anche i motivi. Chi ha proposto la richiesta ha, inoltre, facoltà di enunciare nuovi motivi davanti al giudice del riesame, facendone dare atto a verbale prima dell'inizio della discussione.
 
5. Sulla richiesta di riesame decide, in composizione collegiale, il tribunale del capoluogo della provincia nella quale ha sede l'ufficio che ha emesso il provvedimento nel termine di dieci giorni dalla ricezione degli atti.
 
6. Il procedimento davanti al tribunale si svolge in camera di consiglio nelle forme previste dall'articolo 127. Almeno tre giorni prima, l'avviso della data fissata per l'udienza è comunicato al pubblico ministero e notificato al difensore e a chi ha proposto la richiesta. Fino al giorno dell'udienza gli atti restano depositati in cancelleria.
 
7. Si applicano le disposizioni dell'articolo 309 commi 9 e 10. La revoca del provvedimento di sequestro può essere parziale e non può essere disposta nei casi indicati nell'articolo 240 comma 2 del codice penale.
 
8. Il giudice del riesame, nel caso di contestazione della proprietà, rinvia la decisione della controversia al giudice civile, mantenendo nel frattempo il sequestro.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Riesame o Procedimento di riesame ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 324 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

martedì 29 luglio 2014

Avvocato penalista - La Confisca ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 240 del Codice Penale.

Avvocato penalista - La Confisca ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 240 del Codice Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - La Confisca ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 240 del Codice Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 240 del Codice Penale, intitolato alla Confisca, prevede e stabilisce che:
 
Nel caso di condanna, il giudice può ordinare la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato, e delle cose che ne sono il prodotto o il profitto.
 
È sempre ordinata la confisca:
 
1) delle cose che costituiscono il prezzo del reato;

1bis) dei beni e degli strumenti informatici o telematici che risultino essere stati in tutto o in parte utilizzati per la commissione dei reati di cui agli articoli  615 ter, 615 quater, 615 quinquies, 617 bis, 617 ter, 617 quater, 617 quinquies, 617 sexies, 635 bis, 635 ter, 635 quater, 635 quinquies, 640 ter e 640 quinquies.

2) delle cose, la fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione e l'alienazione delle quali costituisce reato, anche se non è stata pronunciata condanna.

Le disposizioni della prima parte e dei numeri 1 e 1 bis del capoverso precedente non si applicano se la cosa appartiene a persona estranea al reato.
 
La disposizione del numero 1-bis del capoverso precedente si applica anche nel caso di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale.

La disposizione del numero 2 non si applica se la cosa appartiene a persona estranea al reato e la fabbricazione, l'uso, il porto, la detenzione o l'alienazione possono essere consentiti mediante autorizzazione amministrativa.
____________________________________
 
Avvocato penalista - La Confisca ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 240 del Codice Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

lunedì 28 luglio 2014

Avvocato penalista - La perdita di efficacia del sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 323 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - La perdita di efficacia del sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 323 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - La perdita di efficacia del sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 323 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 323 del Codice di Procedura Penale, intitolato alla Perdita di efficacia del sequestro preventivo, prevede e stabilisce che:
 
1. Con la sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere, ancorché soggetta a impugnazione, il giudice ordina che le cose sequestrate siano restituite a chi ne abbia diritto, quando non deve disporre la confisca a norma dell'articolo 240 del codice penale. Il provvedimento è immediatamente esecutivo.
 
2. Quando esistono più esemplari identici della cosa sequestrata e questa presenta interesse a fini di prova, il giudice, anche dopo la sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere impugnata dal pubblico ministero, ordina che sia mantenuto il sequestro di un solo esemplare e dispone la restituzione degli altri esemplari.
 
3. Se è pronunciata sentenza di condanna, gli effetti del sequestro permangono quando è stata disposta la confisca delle cose sequestrate.
 
4. La restituzione non è ordinata se il giudice dispone, a richiesta del pubblico ministero o della parte civile, che sulle cose appartenenti all'imputato o al responsabile civile sia mantenuto il sequestro a garanzia dei crediti indicati nell'articolo 316.
____________________________________
 
Avvocato penalista - La perdita di efficacia del sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 323 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

domenica 27 luglio 2014

Avvocato penalista - L'Appello contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo e contro il decreto di revoca del sequestro emesso dal pubblico ministero ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 bis del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - L'Appello contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo e contro il decreto di revoca del sequestro emesso dal pubblico ministero ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________

Avvocato penalista - L'Appello contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo e contro il decreto di revoca del sequestro emesso dal pubblico ministero ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________

L'Articolo 322 bis del Codice di Procedura Penale, intitolato all'Appello, prevede e stabilisce che:
 
1. Fuori dei casi previsti dall'articolo 322, il pubblico ministero, l'imputato e il suo difensore, la persona alla quale le cose sono state sequestrate e quella che avrebbe diritto alla loro restituzione, possono proporre appello contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo e contro il decreto di revoca del sequestro emesso dal pubblico ministero.
 
1 bis. Sull'appello decide, in composizione collegiale, il tribunale del capoluogo della provincia nella quale ha sede l'ufficio che ha emesso il provvedimento.
 
2. L'appello non sospende l'esecuzione del provvedimento. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni dall'articolo 310.
____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Appello contro le ordinanze in materia di sequestro preventivo e contro il decreto di revoca del sequestro emesso dal pubblico ministero ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

sabato 26 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Riesame del decreto di sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista -  Il Riesame del decreto di sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista -  Il Riesame del decreto di sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________ 
 
L'Articolo 322 del Codice di Procedura Penale, intitolato al  Riesame del decreto di sequestro preventivo, prevede e stabilisce che:
 
1. Contro il decreto di sequestro emesso dal giudice l'imputato e il suo difensore, la persona alla quale le cose sono state sequestrate e quella che avrebbe diritto alla loro restituzione possono proporre richiesta di riesame, anche nel merito, a norma dell'articolo 324.
 
2. La richiesta di riesame non sospende l'esecuzione.
____________________________________
 
Avvocato penalista -  Il Riesame del decreto di sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 322 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

venerdì 25 luglio 2014

Avvocato penalista - Il sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 321 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Il sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 321 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 321 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 321 del Codice di Procedura Penale, intitolato all'Oggetto del sequestro preventivo, prevede e stabilisce che:
 
1. Quando vi è pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso ovvero agevolare la commissione di altri reati, a richiesta del pubblico ministero il giudice competente a pronunciarsi nel merito ne dispone il sequestro con decreto motivato.
 
Prima dell'esercizio dell'azione penale provvede il giudice per le indagini preliminari.

2. Il giudice può altresì disporre il sequestro delle cose di cui è consentita la confisca.
 
2 bis. Nel corso del procedimento penale relativo a delitti previsti dal capo I del titolo II del libro secondo del codice penale il giudice dispone il sequestro dei beni di cui è consentita la confisca.
 
3. Il sequestro è immediatamente revocato a richiesta del pubblico ministero o dell'interessato quando risultano mancanti, anche per fatti sopravvenuti, le condizioni di applicabilità previste dal comma 1. Nel corso delle indagini preliminari provvede il pubblico ministero con decreto motivato, che è notificato a coloro che hanno diritto di proporre impugnazione.
Se vi è richiesta di revoca dell'interessato, il pubblico ministero, quando ritiene che essa vada anche in parte respinta, la trasmette al giudice, cui presenta richieste specifiche nonché gli elementi sui quali fonda le sue valutazioni.
La richiesta è trasmessa non oltre il giorno successivo a quello del deposito nella segreteria.
 
3 bis. Nel corso delle indagini preliminari, quando non è possibile, per la situazione di urgenza, attendere il provvedimento del giudice, il sequestro è disposto con decreto motivato dal pubblico ministero. Negli stessi casi, prima dell'intervento del pubblico ministero, al sequestro procedono ufficiali di polizia giudiziaria, i quali, nelle quarantotto ore successive, trasmettono il verbale al pubblico ministero del luogo in cui il sequestro è stato eseguito.
Questi, se non dispone la restituzione delle cose sequestrate, richiede al giudice la convalida e l'emissione del decreto previsto dal comma 1 entro quarantotto ore dal sequestro, se disposto dallo stesso pubblico ministero, o dalla ricezione del verbale, se il sequestro è stato eseguito di iniziativa dalla polizia giudiziaria.
 
3 ter. Il sequestro perde efficacia se non sono osservati i termini previsti dal comma 3 bis ovvero se il giudice non emette l'ordinanza di convalida entro dieci giorni dalla ricezione della richiesta.
Copia dell'ordinanza è immediatamente notificata alla persona alla quale le cose sono state sequestrate.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il sequestro preventivo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 321 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

giovedì 24 luglio 2014

Avvocato penalista - L'Esecuzione sui beni sottoposti a sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 320 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - L'Esecuzione sui beni sottoposti a sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 320 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Esecuzione sui beni sottoposti a sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 320 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 320 del Codice di Procedura Penale, intitolato alla Esecuzione sui beni sequestrati, prevede e stabilisce che:
 
1. Il sequestro conservativo si converte in pignoramento quando diventa irrevocabile la sentenza di condanna al pagamento di una pena pecuniaria ovvero quando diventa esecutiva la sentenza che condanna l'imputato e il responsabile civile al risarcimento del danno in favore della parte civile.
La conversione non estingue il privilegio previsto dall'articolo 316, comma 4.
 
2. Salva l'azione per ottenere con le forme ordinarie il pagamento delle somme che rimangono ancora dovute, l'esecuzione forzata sui beni sequestrati ha luogo nelle forme prescritte dal codice di procedura civile.
Sul prezzo ricavato dalla vendita dei beni sequestrati e sulle somme depositate a titolo di cauzione e non devolute alla cassa delle ammende, sono pagate, nell'ordine, le somme dovute alla parte civile a titolo di risarcimento del danno e di spese processuali, le pene pecuniarie, le spese di procedimento e ogni altra somma dovuta all'erario dello Stato.
____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Esecuzione sui beni sottoposti a sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 320 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

mercoledì 23 luglio 2014

Avvocato penalista - L'Offerta di cauzione in luogo del sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 319 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - L'Offerta di cauzione in luogo del sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 319 del Codice di Procedura Penale.
_____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Offerta di cauzione in luogo del sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 319 del Codice di Procedura Penale.
_____________________________________
 
L'Articolo 319 del Codice di Procedura Penale, intitolato alla Offerta di cauzione, prevede e stabilisce che:
 
1. Se l'imputato o il responsabile civile offre cauzione idonea a garantire i crediti indicati nell'articolo 316, il giudice dispone con decreto che non si faccia luogo al sequestro conservativo e stabilisce le modalità con cui la cauzione deve essere prestata.
 
2. Se l'offerta è proposta con la richiesta di riesame, il giudice revoca il sequestro conservativo quando ritiene la cauzione proporzionata al valore delle cose sequestrate.
 
3. Il sequestro è altresì revocato dal giudice se l'imputato o il responsabile civile offre, in qualunque stato e grado del processo di merito, cauzione idonea.
_____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Offerta di cauzione in luogo del sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 319 del Codice di Procedura Penale.
_____________________________________
 
 
Leggi tutto...

martedì 22 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Riesame dell'ordinanza di sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 318 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Il Riesame dell'ordinanza di sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 318 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Riesame dell'ordinanza di sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 318 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 318 del Codice di Procedura Penale, intitolato al Riesame dell'ordinanza di sequestro conservativo, prevede e stabilisce che:
 
1. Contro l'ordinanza di sequestro conservativo chiunque vi abbia interesse può proporre richiesta di riesame, anche nel merito, a norma dell'articolo 324.
 
2. La richiesta di riesame non sospende l'esecuzione del provvedimento.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Riesame dell'ordinanza di sequestro conservativo ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 318 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

lunedì 21 luglio 2014

Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale di cui all'Articolo 317 del Codice di Procedura Penale, la Forma del provvedimento e la Competenza ad adottarlo e ad eseguirlo.

Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale di cui all'Articolo 317 del Codice di Procedura Penale, la Forma del provvedimento e la Competenza ad adottarlo e ad eseguirlo.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale di cui all'Articolo 317 del Codice di Procedura Penale, la Forma del provvedimento e la Competenza ad adottarlo e ad eseguirlo.
____________________________________
 
L'Articolo 317 del Codice di Procedura Penale, intitolato alla Forma del provvedimento ed alla Competenza, prevede e stabilisce che: 
 
1. Il provvedimento che dispone il sequestro conservativo a richiesta del pubblico ministero o della parte civile è emesso con ordinanza del giudice che procede.

2. Se è stata pronunciata sentenza di condanna, di proscioglimento o di non luogo a procedere, soggetta a impugnazione, il sequestro è ordinato, prima che gli atti siano trasmessi al giudice dell'impugnazione, dal giudice che ha pronunciato la sentenza e, successivamente, dal giudice che deve decidere sull'impugnazione. Dopo il provvedimento che dispone il giudizio e prima che gli atti siano trasmessi al giudice competente, provvede il giudice per le indagini preliminari.

3. Il sequestro è eseguito dall'ufficiale giudiziario con le forme prescritte dal codice di procedura civile per l'esecuzione del sequestro conservativo sui beni mobili o immobili.

4. Gli effetti del sequestro cessano quando la sentenza di proscioglimento o di non luogo a procedere non è più soggetta a impugnazione. La cancellazione della trascrizione del sequestro di immobili è eseguita a cura del pubblico ministero. Se il pubblico ministero non provvede, l'interessato può proporre incidente di esecuzione.
____________________________________

Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale di cui all'Articolo 317 del Codice di Procedura Penale, la Forma del provvedimento e la Competenza ad adottarlo e ad eseguirlo.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

domenica 20 luglio 2014

Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale prevista dall'Articolo 316 del Codice di Procedura Penale; i suoi presupposti ed i suoi effetti.

Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale prevista dall'Articolo 316 del Codice di Procedura Penale; i suoi presupposti ed i suoi effetti.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale prevista dall'Articolo 316 del Codice di Procedura Penale; i suoi presupposti ed i suoi effetti.
____________________________________
 
L'Articolo 316 del Codice di Procedura Penale, intitolato ai Presupposti ed effetti del provvedimento (di sequestro conservativo) prevede e stabilisce che:
 
1. Se vi è fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie per il pagamento della pena pecuniaria, delle spese di procedimento e di ogni altra somma dovuta all'erario dello Stato, il pubblico ministero, in ogni stato e grado del processo di merito, chiede il sequestro conservativo dei beni mobili o immobili dell'imputato o delle somme o cose a lui dovute, nei limiti in cui la legge ne consente il pignoramento.
 
2. Se vi è fondata ragione di ritenere che manchino o si disperdano le garanzie delle obbligazioni civili derivanti dal reato, la parte civile può chiedere il sequestro conservativo dei beni dell'imputato o del responsabile civile, secondo quanto previsto dal comma 1.
 
3. Il sequestro disposto a richiesta del pubblico ministero giova anche alla parte civile.
 
4. Per effetto del sequestro i crediti indicati nei commi 1 e 2 si considerano privilegiati, rispetto a ogni altro credito non privilegiato di data anteriore e ai crediti sorti posteriormente, salvi, in ogni caso, i privilegi stabiliti a garanzia del pagamento dei tributi.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il sequestro conservativo ovvero la misura cautelare reale prevista dall'Articolo 316 del Codice di Procedura Penale; i suoi presupposti ed i suoi effetti.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

sabato 19 luglio 2014

Avvocato penalista - Le Condizioni di applicabilità delle misure coercitive ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 280 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Le Condizioni di applicabilità delle misure coercitive ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 280 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Le Condizioni di applicabilità delle misure coercitive ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 280 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 280 del Codice di Procedura Penale, intitolato alle Condizioni di applicabilità delle misure coercitive, prevede e stabilisce che:
 
1. Salvo quanto disposto dai commi 2 e 3 del presente articolo e dall'articolo 391, le misure previste in questo capo possono essere applicate solo quando si procede per delitti per i quali la legge stabilisce la pena dell'ergastolo o della reclusione superiore nel massimo a tre anni.
 
2. La custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni e per il delitto di finanziamento illecito dei partiti di cui all'articolo 7 della legge 2 maggio 1974, n. 195, e successive modificazioni.
 
3. La disposizione di cui al comma 2 non si applica nei confronti di chi abbia trasgredito alle prescrizioni inerenti ad una misura cautelare.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Le Condizioni di applicabilità delle misure coercitive ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 280 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

venerdì 18 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Divieto di espatrio ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 281 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Il Divieto di espatrio ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 281 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________

Avvocato penalista - Il Divieto di espatrio ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 281 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________

L'Articolo 281 del Codice di Procedura Penale, intitolato al Divieto di espatrio, prevede e stabilisce che:
 
1. Con il provvedimento che dispone il divieto di espatrio, il giudice prescrive all'imputato di non uscire dal territorio nazionale senza l'autorizzazione del giudice che procede.
 
2. Il giudice dà le disposizioni necessarie per assicurare l'esecuzione del provvedimento, anche al fine di impedire l'utilizzazione del passaporto e degli altri documenti di identità validi per l'espatrio.
 
2 bis. Con l'ordinanza che applica una delle altre misure coercitive previste dal presente capo, il giudice dispone in ogni caso il divieto di espatrio.
____________________________________

Avvocato penalista - Il Divieto di espatrio ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 281 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________

Leggi tutto...

giovedì 17 luglio 2014

Avvocato penalista - L'Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - L'Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 282 del Codice di Procedura Penale, intitolato all'Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, prevede stabilisce che:
 
1. Con il provvedimento che dispone l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, il giudice prescrive all'imputato di presentarsi a un determinato ufficio di polizia giudiziaria.
 
2. Il giudice fissa i giorni e le ore di presentazione tenendo conto dell'attività lavorativa e del luogo di abitazione dell'imputato.
____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

mercoledì 16 luglio 2014

Avvocato penalista - L'Allontanamento dalla casa familiare ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 bis del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - L'Allontanamento dalla casa familiare ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Allontanamento dalla casa familiare ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 282 bis del Codice di Procedura Penale, intitolato all'Allontanamento dalla casa familiare, prevede e stabilisce che:
 
1. Con il provvedimento che dispone l'allontanamento il giudice prescrive all'imputato di lasciare immediatamente la casa familiare, ovvero di non farvi rientro, e di non accedervi senza l'autorizzazione del giudice che procede. L'eventuale autorizzazione può prescrivere determinate modalità di visita.
 
2. Il giudice, qualora sussistano esigenze di tutela dell'incolumità della persona offesa o dei suoi prossimi congiunti, può inoltre prescrivere all'imputato di non avvicinarsi a luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa, in particolare il luogo di lavoro, il domicilio della famiglia di origine o dei prossimi congiunti, salvo che la frequentazione sia necessaria per motivi di lavoro. In tale ultimo caso il giudice prescrive le relative modalità e può imporre limitazioni.
 
3. Il giudice, su richiesta del pubblico ministero, può altresì ingiungere il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto della misura cautelare disposta, rimangano prive di mezzi adeguati. Il giudice determina la misura dell'assegno tenendo conto delle circostanze e dei redditi dell'obbligato e stabilisce le modalità ed i termini del versamento. Può ordinare, se necessario, che l'assegno sia versato direttamente al beneficiario da parte del datore di lavoro dell'obbligato, detraendolo dalla retribuzione a lui spettante. L'ordine di pagamento ha efficacia di titolo esecutivo.
 
4. I provvedimenti di cui ai commi 2 e 3 possono essere assunti anche successivamente al provvedimento di cui al comma 1, sempre che questo non sia stato revocato o non abbia comunque perduto efficacia. Essi, anche se assunti successivamente, perdono efficacia se è revocato o perde comunque efficacia il provvedimento di cui al comma 1. Il provvedimento di cui al comma 3, se a favore del coniuge o dei figli, perde efficacia, inoltre, qualora sopravvenga l'ordinanza prevista dall'articolo 708 del codice di procedura civile ovvero altro provvedimento del giudice civile in ordine ai rapporti economico-patrimoniali tra i coniugi ovvero al mantenimento dei figli.
 
5. Il provvedimento di cui al comma 3 può essere modificato se mutano le condizioni dell'obbligato o del beneficiario, e viene revocato se la convivenza riprende.
 
6. Qualora si proceda per uno dei delitti previsti dagli articoli 570, 571, 582, limitatamente alle ipotesi procedibili d'ufficio o comunque aggravate, 600, 600 bis, 600 ter, 600 quater, 600  septies 1, 600 septies 2, 601, 602, 609 bis, 609 ter, 609 quater, 609 quinquies e 609 octies e 612, secondo comma del codice penale, commesso in danno dei prossimi congiunti o del convivente, la misura può essere disposta anche al di fuori dei limiti di pena previsti dall'articolo 280, anche con le modalità di controllo previste all'articolo 275 bis.
____________________________________
 
Avvocato penalista - L'Allontanamento dalla casa familiare ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

martedì 15 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 ter del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Il Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 ter del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 ter del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 282 ter del Codice di Procedura Penale, intitolato al Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, prevede e stabilisce che:
 
1. Con il provvedimento che dispone il divieto di avvicinamento il giudice prescrive all'imputato di non avvicinarsi a luoghi determinati abitualmente frequentati dalla persona offesa ovvero di mantenere una determinata distanza da tali luoghi o dalla persona offesa.
 
2. Qualora sussistano ulteriori esigenze di tutela, il giudice può prescrivere all'imputato di non avvicinarsi a luoghi determinati abitualmente frequentati da prossimi congiunti della persona offesa o da persone con questa conviventi o comunque legate da relazione affettiva ovvero di mantenere una determinata distanza da tali luoghi o da tali persone.
 
3. Il giudice può, inoltre, vietare all'imputato di comunicare, attraverso qualsiasi mezzo, con le persone di cui ai commi 1 e 2.
 
4. Quando la frequentazione dei luoghi di cui ai commi 1 e 2 sia necessaria per motivi di lavoro ovvero per esigenze abitative, il giudice prescrive le relative modalità' e può imporre limitazioni.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 ter del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

lunedì 14 luglio 2014

Avvocato penalista - Gli Obblighi di comunicazione ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 quater del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista -  Gli Obblighi di comunicazione ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 quater del Codice di Procedura Penale.
____________________________________

Avvocato penalista -  Gli Obblighi di comunicazione ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 quater del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
L'Articolo 282 quater Codice di Procedura Penale, intitolato agli Obblighi di comunicazione, prevede e stabilisce che:
 
1. I provvedimenti di cui agli articoli 282 bis e 282 ter sono comunicati all'autorità di pubblica sicurezza competente, ai fini dell'eventuale adozione dei provvedimenti in materia di armi e munizioni. Essi sono altresì comunicati alla parte offesa e ai servizi socio-assistenziali del territorio.
 
Quando l'imputato si sottopone positivamente ad un programma di prevenzione della violenza organizzato dai servizi socio-assistenziali del territorio, il responsabile del servizio ne dà comunicazione al pubblico ministero e al giudice ai fini della valutazione ai sensi dell'articolo 299, comma 2.
____________________________________

Avvocato penalista -  Gli Obblighi di comunicazione ovvero la previsione normativa di cui all'Articolo 282 quater del Codice di Procedura Penale.
____________________________________

 
Leggi tutto...

Avvocato penalista - Commette Abbandono di animali, Articolo 727, co. 2, del Codice Penale, chi rinchiude in frigorifero granchi, aragoste, astici ecc., vivi.

Avvocato penalista - Commette Abbandono di animali, Articolo 727, co. 2, del Codice Penale, chi rinchiude in frigorifero granchi, aragoste, astici ecc., vivi. 
____________________________________

Avvocato penalista - Commette Abbandono di animali, Articolo 727, co. 2, del Codice Penale, chi rinchiude in frigorifero granchi, aragoste, astici ecc., vivi.
____________________________________

" Un problematico caso limite di ‘maltrattamento di animali’: aragoste vive nel frigorifero di un ristorante 18 Dicembre 2014.

Tribunale di Firenze, ud. 14 aprile 2014 (dep.14 luglio 2014), Giudice Panteri

[Tatiana Giacometti]

1. Con la sentenza che può leggersi in allegato, il Tribunale di Firenze ha ritenuto responsabile della contravvenzione di cui all'art. 727, co. 2, c.p. (e punito con l'ammenda di 5.000 euro) il proprietario di un ristorante che ha detenuto animali destinati al consumo in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze.

In occasione di due accessi alle cucine del ristorante, la Polizia Municipale aveva infatti verificato che granchi, aragoste e un astice erano detenuti, ancora vivi, all'interno di frigoriferi a temperature prossime agli zero gradi centigradi, molto inferiori a quelle delle acque nelle quali quegli animali vivono in natura.

Alcuni degli animali erano anche posizionati sopra un letto di ghiaccio e astici e aragoste avevano le chele legate.

2. La sentenza presenta due profili di particolare interesse.

a) Il primo riguarda il riconoscimento della tutela penale anche nei confronti di animali non di affezione, ma specificamente destinati al consumo e nell'ambito di un'attività di ristorazione.

Il Giudice, infatti, rileva che la consuetudine sociale di cucinare questi crostacei quando sono ancora vivi non esclude che le modalità di detenzione degli animali possano costituire 'maltrattamenti'.

In altri termini, mentre la particolare modalità di cottura sembrerebbe essere considerata lecita proprio in forza del riconoscimento dell'uso comune, le sofferenze causate dalla detenzione degli animali in attesa di essere cucinati non possono essere giustificate[1].

La conclusione può sollevare qualche perplessità che verosimilmente dipende dal fatto che la contravvenzione di cui all'art. 727 c.p., pur non contenuta nel Titolo IX-bis del Libro II del codice penale ("Delitti contro il sentimento per gli animali"), si colloca nella stessa direzione di tutela degli artt. 544-bis e ss. c.p., ossia quella del problematico bene qualificato come "sentimento per gli animali".

Proprio a questo sentimento, inteso come diffusa sensibilità verso la sofferenza degli animali, si riferisce il Giudice nel ritenere che integri la condotta descritta dalla norma penale la detenzione dei crostacei secondo una modalità sicuramente produttiva di gravi sofferenze, preferita solo per una ragione economica, quando altri operatori, ristoratori e grande distribuzione, scelgono ormai di dotarsi di sistemi che consentono una detenzione in condizioni migliori.

Certamente apprezzabile è l'argomentazione, perché riconosce che, nel bilanciamento tra interesse economico e interesse (umano) alla non-sofferenza dell'animale, sia quest'ultimo a prevalere, in assenza di norme o di usi riconosciuti in senso diverso[2].

Resta infatti il dubbio, che non riguarda tanto la sentenza in commento quanto l'impianto stesso dei reati, per cui sia troppo sfuggente per una norma penale la nozione di "sentimento per gli animali" se ad essa si attribuisce, come nel caso presente, il ruolo di discrimine tra lecito ed illecito[3]: lecita la cottura di questi animali in acqua bollente da vivi, illecita la loro detenzione in frigorifero.

b) Il secondo aspetto della sentenza che merita di essere sottolineato riguarda la ritenuta configurabilità della contravvenzione di cui all'art. 727, co. 2 c.p. anziché del delitto di maltrattamento di animali previsto dall'art. 544-ter c.p.

Ad avviso del Giudice di Firenze quest'ultimo delitto (punito con le pene alternative della reclusione o della multa) non si configurerebbe per la mancanza del dolo specifico dell'avere agito "per crudeltà o senza necessità", che caratterizza anche il reato di uccisione di animali di cui all'art. 544-bis c.p.

Da parte del ristoratore imputato non si è riscontrata l'intenzione di infliggere sofferenze agli animali, ma solo indifferenza per le loro condizioni nella ricerca di un risparmio economico.

Senonché, pur essendo sicuramente assente il fine della crudeltà, qualche dubbio tuttavia può sorgere in merito al fatto che le modalità di detenzione contestate fossero davvero "necessarie".

3. Prendendo le mosse proprio dal requisito dell'avere agito "senza necessità", a chi scrive pare possibile delineare una lettura alternativa della questione, che, almeno nel caso in commento, consentirebbe di prescindere dallo spinoso tema del sentimento verso questo tipo di animali.

Il maltrattamento o l'uccisione di animali sono qualificati come "non necessari", non in riferimento a necessità assolute, ma quando l'interesse (umano) alla non-sofferenza dell'animale soccombe nel bilanciamento con altri interessi umani della più varia natura, e legittimati dalla presenza di leggi (si pensi a quelle in tema di caccia, macellazione, allevamento, specie quello cd. "intensivo"), ma anche dagli usi o da esigenze, anche economiche, socialmente riconosciute[4].

Pertanto, il fatto di immergere i crostacei vivi in acqua bollente, più che non offensivo di un ineffabile sentimento comune verso gli animali, può essere ancora considerato "necessario", perché è di certo questa la prassi comune, e socialmente accettata, nella cottura.

Al contrario, la detenzione degli animali a temperature così basse da provocare sicure sofferenze difficilmente potrebbe essere considerata come una consuetudine socialmente apprezzata posto che, come correttamente evidenziato dalla sentenza, tra gli operatori economici sono ormai diffusi sistemi più costosi, ma anche più rispettosi degli animali.

4. Casi come quello in commento fanno emergere la difficoltà di tracciare l'ambito di applicazione della disciplina attuale a tutela degli animali - o, per usare la formulazione del codice, a tutela "del sentimento umano per gli animali".

Né il dolo dell'agire "per crudeltà o senza necessità", né tanto meno il contraddittorio sentimento umano indicano con certezza fin dove si spinga la tutela penale.

Il richiamo al requisito dell'assenza di necessità consentirebbe l'applicazione, ai casi come quello in commento, del delitto di maltrattamento di animali (art. 544-ter c.p.) in luogo della più lieve contravvenzione di cui all'art. 727 c.p.: la sanzione, peraltro dovrebbe essere limitata alla sola pena pecuniaria, che l'art. 544 ter c.p., lo ribadiamo, commina in alternativa alla pena detentiva (la pena detentiva sarebbe senz'altro irragionevole e sproporzionata alla gravità del fatto).

Irragionevole sarebbe, tuttavia, ipotizzare una condanna alla pena detentiva prevista (come unica pena: da quattro mesi a due anni) per il reato di uccisione di animali (art. 544-bis c.p.) nelle ipotesi di animali pur sempre destinati al consumo, come i crostacei della sentenza, morti per le condizioni della detenzione.

Al di là, dunque, del richiamo ad un comune sentimento per gli animali o alla esigenza di stabilire quali pratiche siano da considerarsi "non necessarie" nell'ambito delle attività di sfruttamento degli animali a fini economici, la soluzione concretamente più accettabile appare quella di interpretare l'art. 727 c.p. come norma speciale (art. 15 c.p.) destinata a trovare applicazione proprio nei casi in cui il "trattamento" degli animali si esaurisce nelle condizioni della loro detenzione[5].

[1] Cfr. Cass. 20.5.2004, 28700 ha applicato la previgente fattispecie di cui all'art. 727 c.p., Maltrattamento di animali, al proprietario di un suino tenuto legato ad un albero con esigua libertà di movimento; Trib. Milano, 10 febbraio 2012, in Corr. merito 2012, 10, 917, in un caso di detenzione e macellazione di anatre nella cucina di un ristorante con modalità produttive di gravi sofferenze.

[2] Non si prende in considerazione, nella sentenza in commento, l'art. 19-ter disp. coord. c.p. secondo il quale "Le disposizioni del titolo IX-bis del libro II del codice penale non si applicano ai casi previsti dalle leggi speciali in materia di caccia, di pesca, di allevamento, di trasporto, di macellazione degli animali, di sperimentazione scientifica sugli stessi, di attività circense, di giardini zoologici, nonché dalle altre leggi speciali in materia di animali.

Le disposizioni del titolo IX-bis del libro II del codice penale non si applicano altresì alle manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalla regione competente".

In effetti questo articolo, richiamando solo le disposizioni del titolo IX-bis del libro II del codice penale non risulta applicabile alla contravvenzione dell'art. 727 c.p., introdotta con la stessa l. 20 luglio 2004, n. 189, ma collocata nel Libro III del codice dedicato alle contravvenzioni.

D'altra parte la giurisprudenza anche di legittimità si è espressa ormai in più di un'occasione chiarendo che l'art. 19-ter disp. coord. c.p. non determina un'area di impunità per tutte le condotte tenute genericamente nell'ambito di attività regolate dalle norme settoriali (caccia, allevamento, macellazione ecc.), ma determina la non applicabilità dei reati esclusivamente per le condotte conformi alle prescrizioni di legge, cfr. Cass. Sez. III, 5 dicembre 2005, Ced 232658; Cass. Sez. III, 6 marzo 2012 in questa Rivista con nota di T. Giacometti.

[3] Interessante perché dimostra come sia impossibile delineare con qualche speranza di certezza un sentimento umano condiviso nei confronti degli animali, nemmeno se l'indagine è circoscritta per area geografica o per specie, Herzog, Amati, odiati, mangiati.

Perché è così difficile agire bene con gli animali, Torino, 2012, p. 193; sul tema si v. ampiamente le posizioni di G.L. Gatta, art. 544-bis, in Dolcini E.- Marinucci G. (a cura di), Codice penale commentato, Milano, 2011, p. 5026 e C. Mazzucato, Bene giuridico e "questione sentimento" nella tutela penale della relazione uomo-animale. Ridisegnare i confini, ripensare le sanzioni, in S. Castignone - L. Lombardi Vallauri (a cura di), La questione animale, in Rodotà S. - Zatti P., Trattato di Biodiritto, Milano, 2012, p. 691.

[4] G.L. Gatta, sub art. 544-bis, cit., p. 5033.

[5] In questo senso, E. Pirgu, Detenzione di animali in spazi inadeguati: delitto (art. 544 ter c.p.) o contravvenzione (art. 727 c.p.)?, nota a Cass. pen, Sez. III, 27.3.2014 (dep. 24.9.2014), n. 39159, in questa Rivista, 31 ottobre 2014. "

Fonte penale contemporaneo, qui:

http://www.penalecontemporaneo.it/area/3-/24-/-/3514-un_problematico_caso_limite_di____maltrattamento_di_animali_____aragoste_vive_nel_frigorifero_di_un_ristorante/

Per leggere il testo della sentenza, cliccare qui:

http://www.penalecontemporaneo.it/upload/1418745214Trib_Fir_2184_2014.pdf

____________________________________

Avvocato penalista - Commette Abbandono di animali, Articolo 727, co. 2, del Codice Penale, chi rinchiude in frigorifero granchi, aragoste, astici ecc., vivi.
____________________________________

Leggi tutto...

domenica 13 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Divieto e l'obbligo di dimora ovvero le misure cautelari personali previste dall'Articolo 283 del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Il Divieto e l'obbligo di dimora ovvero le misure cautelari personali previste dall'Articolo 283 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Divieto e l'obbligo di dimora ovvero le misure cautelari personali previste dall'Articolo 283 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 283 del Codice di Procedura Penale, intitolato al Divieto e obbligo di dimora, prevede e stabilisce che:
 
1. Con il provvedimento che dispone il divieto di dimora, il giudice prescrive all'imputato di non dimorare in un determinato luogo e di non accedervi senza l'autorizzazione del giudice che procede.
 
2. Con il provvedimento che dispone l'obbligo di dimora, il giudice prescrive all'imputato di non allontanarsi, senza l'autorizzazione del giudice che procede, dal territorio del comune di dimora abituale ovvero, al fine di assicurare un più efficace controllo o quando il comune di dimora abituale non è sede di ufficio di polizia, dal territorio di una frazione del predetto comune o dal territorio di un comune viciniore ovvero di una frazione di quest'ultimo. Se per la personalità del soggetto o per le condizioni ambientali la permanenza in tali luoghi non garantisce adeguatamente le esigenze cautelari previste dall'articolo 274, l'obbligo di dimora può essere disposto nel territorio di un altro comune o frazione di esso, preferibilmente nella provincia e comunque nell'ambito della regione ove è ubicato il comune di abituale dimora.
 
3. Quando dispone l'obbligo di dimora, il giudice indica l'autorità di polizia alla quale l'imputato deve presentarsi senza ritardo e dichiarare il luogo dove fisserà la propria abitazione. Il giudice può prescrivere all'imputato di dichiarare all'autorità di polizia gli orari e i luoghi in cui sarà quotidianamente reperibile per i necessari controlli, con obbligo di comunicare preventivamente alla stessa autorità le eventuali variazioni dei luoghi e degli orari predetti.
 
4. Il giudice può, anche con separato provvedimento, prescrivere all'imputato di non allontanarsi dall'abitazione in alcune ore del giorno, senza pregiudizio per le normali esigenze di lavoro.
 
5. Nel determinare i limiti territoriali delle prescrizioni, il giudice considera, per quanto è possibile, le esigenze di alloggio, di lavoro e di assistenza dell'imputato. Quando si tratta di persona tossicodipendente o alcooldipendente che abbia in corso un programma terapeutico di recupero nell'ambito di una struttura autorizzata, il giudice stabilisce i controlli necessari per accertare che il programma di recupero prosegua.
 
6. Dei provvedimenti del giudice è data in ogni caso immediata comunicazione all'autorità di polizia competente, che ne vigila l'osservanza e fa rapporto al pubblico ministero di ogni infrazione.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Divieto e l'obbligo di dimora ovvero le misure cautelari personali previste dall'Articolo 283 del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...

sabato 12 luglio 2014

Avvocato penalista - Il Divieto di custodia cautelare previsto dall'Articolo 286 bis del Codice di Procedura Penale.

Avvocato penalista - Il Divieto di custodia cautelare previsto dall'Articolo 286 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Divieto di custodia cautelare previsto dall'Articolo 286 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
L'Articolo 286 bis del Codice di Procedura Penale, intitolato al Divieto di custodia cautelare, prevede e stabilisce che:
 
1. Non puo` essere mantenuta la custodia cautelare in carcere nei confronti di chi sia affetto da infezione da HIV e ricorra una situazione di incompatibilita` con lo stato di detenzione.
 
L'incompatibilità sussiste, ed è dichiarata dal giudice, nei casi di AIDS conclamata o di grave deficienza immunitaria; negli altri casi l'incompatibilita` per infezione da HIV e` valutata dal giudice tenendo conto del periodo residuo di custodia cautelare e degli effetti che sulla pericolosita` del detenuto hanno le sue attuali condizioni fisiche. La richiesta di accertamento dello stato di incompatibilita` puo` essere fatta dall'imputato, dal suo difensore o dal servizio sanitario penitenziario. Nei casi di incompatibilita` il giudice dispone la revoca della misura cautelare, ovvero gli arresti domiciliari presso l'abitazione dell'imputato.
 
2. Con decreto del Ministro della sanita' da adottare di concerto con il Ministro di grazia e giustizia, sono definiti i casi di AIDS conclamata o di grave deficienza immunitaria e sono stabilite le procedure diagnostiche e medico-legali per il loro accertamento.
 
3. Quando ricorrono esigenze diagnostiche al fine di accertare la sussistenza delle condizioni di salute di cui all'articolo 275, comma 4 bis, ovvero esigenze terapeutiche nei confronti di persona che si trovi in tali condizioni, se tali esigenze non possono essere soddisfatte nell'ambito penitenziario, il giudice puo' disporre il ricovero provvisorio in idonea struttura del Servizio sanitario nazionale per il tempo necessario, adottando, ove occorra, i provvedimenti idonei a evitare il pericolo di fuga. Cessate le esigenze di ricovero, il giudice provvede a norma dell'articolo 275.
____________________________________
 
Avvocato penalista - Il Divieto di custodia cautelare previsto dall'Articolo 286 bis del Codice di Procedura Penale.
____________________________________
 
 
Leggi tutto...